Il sestante

Il sestante è il principale strumento di misurazione nella navigazione astronomica insieme all’orologio.

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Tuttavia, mentre l’orologio è divenuto talmente comune da farci dimenticare di avere al polso un vero e proprio miracolo tecnologico, il sestante ha mantenuto intatto il suo fascino. La sua presenza richiama viaggi, orizzonti e avventura, ancora oggi che il pianeta è stato esplorato in ogni angolo.

In pratica, si tratta di uno strumento che misura le distanze angolari con grande precisione. Il suo utilizzo è molto semplice e si basa sulla doppia riflessione dovuta ai due specchi dei quali esso è dotato; durante il suo utilizzo, nel cannocchiale si osservano, un’immagine reale, osservata direttamente, ed un’immagine riflessa, rimandata dallo specchio grande mobile (solidale all’alidada) allo specchio fisso e quindi nuovamente all’occhio.

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In questo modo si possono sovrapporre due immagini e leggere la loro distanza angolare sul lembo graduato (da 0° a 120°). L’utilizzo più comune del sestante è quello di “bagnare” un astro sull’orizzonte marino, per misurare l’altezza dell’astro sullo stesso orizzonte. Ma si può utilizzare anche leggendo l’altezza di un punto cospicuo di altezza nota, ad esempio un faro, per determinare la distanza dallo stesso, oppure per misurare la distanza tra due astri, ad esempio nell’utilizzo delle distanze lunari, per il calcolo dell’ora esatta.

Particolarità della doppia riflessione: l’angolo osservato di un oggetto riflesso due volte appare dimezzato (un raggio di luce dimezza il suo angolo di incidenza dopo una doppia riflessione), quindi ad ogni grado osservato in realtà corrisponde un spostamento di mezzo grado sul lembo. Ecco perché il sestante, che prende il nome dall’avere un lembo graduato di 1/6 di circonferenza (ovvero 60°), può misurare angoli fino a 120°.

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